giovedì 13 maggio 2010
U' strattu
"Foto tratta dal sito internet www.cilibertoribera.it"
Quanti ricordi in questa parola "u strattu" che sicuramente, ai tanti, non dice e non evoca nulla.
U' stratto non è altro che un concentrato di pomodoro, ma in Sicilia è ben più, qui da noi, "no strattu", c'è tutta una cultura di vita, la gioia dei colori, dei profumi, dei sapori e del calore del sole. Ricordo quando mia zia Ninfa, ci portava in campagna "a Traveisa" per fare "u strattu", lei, con il suo bel cappello di paglia da diva, quei vestiti dalla scollatura generosa e la sua abbronzatura "ri strattu" :-). Pulivamo i pomodori, li passavamo e mettevamo la polpa ad asciugare al sole di luglio "ne maiddi", delle tavole in legno appositamente costruite. Ogni tanto rigiravamo con un cucchiaio e poi la sera lo entravamo dentro per evitare che l'umidità della notte lo rovinasse, così come si faceva per seccare il pomodoro. Per noi era come un rito, un momento solenne.
Oggi, lo si fa sempre, ma sempre più raramente e chi lo fa lo vende a poso d'oro.
Vi aggiungo in questo post fatto qualche settimana fa, le foto ru strattu ri me zia Maria :-)
La "strattara" però è mia cugina Giusy :-) che ormai è abituata a farmi da modella :-)
Per fare queste 4 "maiddi" ci son voluti 40 kg di pomodoro, che viene passato e steso, cosparso con abbondante sale e mescolato di frequente. Entro la sera il tutto si ridurrà ad una maidda. Prima che cali il sole, viene raccolto e messo in una "suppiera" (contenitore grande aperto) e fatto riposare per circa 3 giorni, fino a che verrà conservato nei contenitori in vetro.
Danita, sapessi quante volte mia madre mi ha raccontato di quando mi nonna preparava questo estratto di pomodoro, pensa mi sembra quasi fuori luogo chiamarlo come lo chiami tu per me che non conosco bene il siciliano. Lei mi raccontava che ne formava una palla e la cospargeva di olio, ma non ricordo poi come lo conservasse.
RispondiEliminaCon questo tuo racconto mi hai fatto emozionare, grazie Danita.
Ma sai che mi fa tanto piacere il tuo commento!! E' proprio questo che voglio trasmettere: i sapori del nostro passato che ieri, quando li vivevamo, li vivevamo superficialmente, oggi, ci fanno emozionare!!
RispondiEliminaP.S. Comunqu, si conserva "ne buinii" :-) ossia in contenitori in vetro ermetici ;-) e per tutto l'anno si usa in piccole dosi ;-)
RispondiEliminaGrazie Danita, è un pò come sentire i racconti di mia madre, me la fanno sentire ancora vicina! Un abbraccio
RispondiEliminaCiaoooo, che bello averti qui nella "bloggosfera" io sono di Catania, e vedi trotterellando qui e lì sono arrivata da te... che fortuna! Mi piacciono moltissimo le tue ricette... anch'io spesso guardo cookaround ma non riesco a raccapezzarmi... mi cunfunnu con i commenti...le risposte... sugnu mpocu pessa! :D :D Averti qui per me è molto più semplice, mi chiedo ancora com'è che finisco per essere attratta dai piatti di qualcuna che si rivela quasi sempre Siciliana, di prima o seconda generazione... magari solo di madre o di padre... ma tant'è non resisto e devo seguirti... sono tra i tuoi sostenitori da oggi!
RispondiEliminabaci
RispondiEliminaAnch'io qust'anno ho voluto rievocare la vita du strattu, mi sembra di tornare indietro negli anni in cui mia madre l'ho faceva.
mia nonna lo faceva ogni anno e lo vorrei fare anchio ma non ricordo quanto sale metteva per chilo di pomodoro, qualcuno lo sa? perche se si sbagliano le quantita si perde tutto
RispondiElimina