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sabato 31 dicembre 2022

Cheese cake con namelaka allo yogurt e gelè ai lamponi

 

E si, siamo arrivati alla fine di questo 2022.

Che anno strano, questo!! dopo 2 anni di pandemia, questo, è stato un anno pieno di tante cose sia positive ma, purtroppo anche molto negative. Ma la vita è questa, la vita è fatta di attimi di felicità, momenti di dolore, attimi di sconforto, gioie, tristezza....la vita è una tavolozza di sentimenti, si passa dai chiari, ai scuri, dai brillanti ai più spenti. Sta a noi, poi, miscelarli nel modo giusto per creare qualcosa di bello, ci basta qualche pennello e una tela bianca!

Quest'anno non voglio fare dei propositi per il nuovo anno, tipo mettermi a dieta, ricominciare con la palestra, essere migliore sia  come mamma che come figlia, amica, sorella, moglie....insomma essere migliore in tutto, perchè è tutto inutile, siamo quello che siamo, non è un passaggio di anno che ci può far cambiare la testa, però vorrei solo un pò di serenità, quella spero che un piccolo miracolo possa avverarsi ...sognare non costa nulla, serenità!!

Per augurare a tutti voi un sereno anno nuovo, vi dedico questo dolce, in cui ci sta tutto quello che ci vuole nella vita: la dolcezza della namelaka, l'aspro dei lamponi, il croccante con un pizzico di salato nella base. Lo chiamata cheese cake anche se, in effetti, non lo è in realtà perchè non c'è una crema al formaggio la ho preferito realizzare questo dolce con una namelaka perchè volevo un effetto visivo completamente piatto e una crema al formaggio non me l'avrebbe consentito. Non amo molto la namelaka, la trovo troppo stucchevole, ma questa, con l'aggiunta di yogurt è ottima e poi, si sposa bene con l'acidità del gelè ai lamponi.

INGREDIENTI

PER LA BASE CROCCANTE
300gr di biscotti Digestiv
150gr di burro
1 pizzico di sale

PER LA GELE' AI LAMPONI
600gr di lamponi freschi
100gr di zucchero (poi è molto a piacimento)
10 gr di colla di pesce Paneangeli

PER LA NAMELAKA ALLO YOGURT (Ricetta di Damiano)
100gr di latte
80 gr, di yogurt
4gr di glucosio (potete ometterlo o usare un miele leggero)
4gr di colla di pesce
160gr di cioccolato bianco
220gr di panna fresca

PER LA FRUTTA BRINATA
Albumi pastorizzati
zucchero

lamponi-mirtilli-ribes- rametti di rosmarino fresco

Per la base
Per prima cosa sbriciolare in un mixer i biscotti. Aggiungere un pizzico di sale se vi piace e versare sopra il burro sciolto. Mescolare bene.
Il una teglia da crostata versare le briciole di biscotti e compattare bene creando anche un bel bordo. Mettere in frigo per almeno un paio di ore.

Per la gelè
In un contenitore frullare i 600gr di lamponi (ricordate che vi serviranno quelli da inserire interi dentro la gelè). in un pentolino metterne una parte, aggiungere lo zucchero e far scaldare bene. Una volta scaldata (ma non fate bollire) unire la colla di pesce che avete fatto ammollare in acqua fredda, strizzatela e fatela sciohgliere del tutto. Aggiungere i restanti lamponi. Se volete potete setacciate la gelè con un colino, io non lo faccio perchè mi piace che rimangano i semini.
Versare la gelè di lamponi nella base della nostra cheese cake e unire i mirtilli interi e i lamponi dividi in due. 
Rimettere in frigo a solidificare.

Per la namelaka
Mettere in un pentolino il latte con il glucosio, fare scaldare fino a raggiungere quasi l'ebbollizione, levare dal fuoco e aggiungere la colla di pesce ammollata e strizzata. Aggiungere il cioccolato bianco tritato (fatelo con il coltelo, ovviamente), mettete tutto in un boccale e con un mixer ad immersione, mescolate tutto per bene cercando di non inglobare troppa aria. Aggiungere lo yogurt e la panna fresca e mixare ancora. Fare riposare un pò la namelaka, fuori dal frigo, mescolandola  delicatamente, di tanto in tanto, con una marisa per levare tutte le bolle che si sono formate. Una volta che la namelaka risulta senza più bolle e più densa, versatela sopra la gelè della chesse cake che, ora mai, si sarà addensata dentro il frigorifero. Rimettete in frigo.




Per la decorazione
Versare un pò di albumi in un contenitore (io ho usato quelli pastorizzati perchè ho aura della salmonellosi delle uova fresche e non faccio più uso di uova crude) e mescolarle un pò fino a creare una schiumetta. Intingere qualche ribes e qualche rametto di rosmarino e, una volta intinto bene, mettere sullo zucchero semlato. Mettere su carta forno e far asciugare all'aria.
Decorare la vostra torta dopo che la namelaca è rassodata. 




Io ho preparato la torta il giorno prima perchè la namelaka ha bisogno di almeno 12 ore per essere servita. 




E con questo dolce ben augurante spero di vero cuore che il vostro 2023 sia pieno di momenti di gioia e felicità e, soprattutto, sereno e in buona salute!!!! 
Auguriiiiiiiiii

domenica 27 dicembre 2020

Buone feste: torta natalizia

Buongiorno!!! Quasi mi vergogno a scrivere, oggi!! Non mi ero neanche resa conto che non posto da Maggio...cavolo, più di 6 mesi!

Il problema è che dopo che è finito il lockdown sembra che il tempo sia volato e non me ne sono resa conto!!

E ora, dopo la libertà assaporata durante il periodo estivo, forse troppa, ci ritroviamo di nuovo in rosso e non solo perchè è il colore del Natale!!

Quindi, oggi, vi scrivo, anche se in ritardo per farvi gli auguri di Natale, per augurarvi buone feste! Non vi ho certo dimenticato, anzi, ora che ho ricevuto, da Babbo Natale (si lui è risuscito a venire, nonostante tutto...anche se ci ha trovati in pigiama, in questo Natale così anomalo), finalmente un PC portatile, potrò scrivere di nuovo qui nel blog, per aggiornarvi su tutte le mie leccornie! Vi ricordo che, se vorrete, potete trovarmi su Instagram e su facebook che trovate sul banner a lato ;-).

Oggi vi mostro una delle mie ultime nate

Chiffon cake al cacao bagnato al caffè
Frosting mascarpone, philadelphia e panna
cioccolato plastico




ed ecco la fetta


Questa è la torta che ho preparato per la mia amica Mariella, un regalo inaspettato! :-)




A presto!!!


giovedì 2 aprile 2020

Le frittelle di zia Carmelina e i Baci Panteschi


Da quando siamo entrati in quarantena mi sono fatta una lista mia personale delle cose da fare urgentemente: molti si stanno dedicando alla casa, alcuni agli hobby, altri al giardinaggio e chi agli armadi.  Io nulla di tutto questo, io mi sto dedicando alla cucina, soprattutto a tutte quelle ricette che da un bel po' avrei voluto fare ma che, per motivi di tempo, ho messo da parte.
Ecco, uno tra i primi era proprio questo!
Le frittelle, non li facevo da anni, da quando le ragazze erano piccoline. Io le chiamo frittelle di zia Carmelina perché li ho conosciuti da piccolina quando arrivò dall'america un cugino di mia madre con la famiglia: la moglie, Carmelina,  era una signora molto elegante, mi colpì proprio la sua raffinatezza, esile, con i capelli color argento/oro, sempre composti, raccolti con un "tuppo", con un sorriso dolcissimo e quell'accento inglese. Ma la cosa che mi affascinava di più era vederla cucinare, soprattutto questi dolci che io neanche conoscevo.
Ecco, oggi ve li ripropongo anche nella versione baci Panteschi,  tipico dolce di Pantelleria 
Unico problema.....
Munitevi di ferri adatti però 🤦‍♀️😅
Se volete comprarli potete cliccare qui (cliccare su qui) 😉

INGREDIENTI 
160ml di latte
150gr di farina
20gr di zucchero a velo
1 uovo
1 pizzico di sale
1 arancia
Zucchero a velo per guarnire 
Crema di ricotta per farcire i baci Panteschi

Per la crema di ricotta 
500gr di ricotta di pecora 
150-200gr di zucchero semolato fine
Un pizzico di cannella 
Vaniglia

In una ciotola mettere le polveri, la scorza di arancia e aggiungere l'uovo e il latte poco alla volta. Mescolare bene fino a che non ci saranno grumi.
Prendere i ferri e intingere nella padella con l'olio di semi caldo in modo che si riscaldano bene,  asciugare l'olio in eccesso con un tovagliolo poggiato e intingere nella pastella. Friggere e scuotere. 
Una volta cotti, far raffreddare e cospargerli di zucchero a velo. 
Per i baci
Mettere gli ingredienti in una ciotola e frullare con un frullino fino a creare la crema setosa
Farcire le frittelle


Ed ecco il video con.la ricetta 😊




domenica 29 dicembre 2019

Torta di Natale



Forse sono un po' in ritardo ma li accettate lo stesso?? 😊😍
Tantissimi auguri, spero che abbiate passato il Natale in serenità e con i vostri cari, questa è la cosa più importante 😊😍
Ed eccovi alcune delle mie torte di Natale
Pan di Spagna come da Link e crema moka



I biscotti sono realizzati in pandizenzero.  
Alle prossime!!! 🎅❤


venerdì 28 dicembre 2018

Biscotti di Natale decorati con glassa: Buone feste!


Scusateeee, mi sono persa di farvi gli auguri di Natale 😏😣, ma purtroppo tra una torta ed un altra ho avuto davvero un gran da fare!
E tra un da fare e un altro, c'e' stato pure un corso che ho fatto con la grande Filomena Tavano, che ci ha insegnato l'arte della decorazione dei biscotti con la glassa 😊.
Ecco, le buine feste ve li auguro facendovi vedere quello che poi ho realizzato a casa usando la sua tecnica, mettendo in pratica cio' che ho imparato.😊






qui appesi all'albero



questi, invece, quellirealizzati con la maestra :-)




Mi sono divertita un mondo!!! Bellissimo!!
Buone feste a tutti voi!

martedì 3 aprile 2018

Le mie uova di Pasqua



È vero, Pasqua è passata, la Pasquetta pure...ma ancora c'è aria di festa e io posto le uova fatte  quest'anno.
Lo scorso anno mi preparavo per andare alla prova  del cuoco e non li ho fatti ma uest'anno, nonostante gli impegni, ho deciso di farli alle mie bimbe e a mia sorella che compie gli anni.
Quelle fatte per  le bimbe è stata un'impresa, perché per non fargli capire nulla, li ho dovuti fare praticamente di notte e molto velocemente....e si vede visto che non  sono venuti proprio perfetti 😎😄, ma loro non credo lo abbiano notato, anche se la principessa mi ha detto: mamma ma come mai quello della zia è così lucido?? 😅
Evidentemente per quello di zia ho rispettato i tempi giusti di asciugatura per quelli delle bimbe ho voluto  velocizzare troppo mettendo in frigo 😏
Ed eccoli 😊
Le uova cuore di mamma per loro


È  il drip egg 😊 (appena inventato....una bella contaminazione tra cake design e cioccolateria 😄) per mia sorella



Il regalo dentro


I cerchietti che tanto voleva ....da ragazzina 🙄🙂...sta crescendo 😣😥😎

domenica 19 marzo 2017

Buona festa del papà!! E buon San Giuseppe!

Buongiorno dalla mia Sicilia, con un sole magnifico e con le nostre, immancabili, sfince di San Giuseppe!!!
Auguri a tutti i papà e a tutte le Giuseppa, Giusy, Giuseppina, Giuseppe, Peppe :-)
La ricetta la trovate QUI




martedì 28 febbraio 2017

Maschere di carnevale!!!



Oggi è martedì grasso, ultimo giorno di divertimenti, balli, dolci, colori....insomma, ultimi momenti di questo carnevale, pieno di dolci tipici, come le chiacchiere, le crispelle, pignoccata, che, come ogni anno, non mi sono fatta mancare, pieno di scibò con sugo, di pittinicchi e cutini, un carnevale anche con le sfilate di carri in maschera, insomma, un carnevale ricco di allegria e.....di chili ripresi :-(!!
Allora oggi, prima che scatti la mezzanotte :-), ecco un altro dolcetto che ho preparato per la festicciuola in classe della mia principessa:
le mascherine di frolla colorata e decorata semplicemente con piccoli smarts ;-)
Come ricetta ho usato la frolla sicula mettendo, però metà bustina di lievito e niente miglioratore che non uso più e nell'impasto ho aggiunto un pò di coloranti alimentari.
Magari, pure che il carnevale sta finendo, poi vi faccio vedere le sfilate dei carri e come ci siamo vestiti ;-) 


giovedì 16 febbraio 2017

Le chiacchiere di Iginio Massari



Ebbene si, anch'io ho voluto provare a fare le famose chiacchiere del grande Igidio.
In effetti sono davvero buone anche se, devo dire che, quelle che ho sempre fatto con la ricetta di mia suocera , ma in effetti, vedendo bene, sono molto simili :-).
Vabbè vi scrivo la ricetta, che il effetti ho preso dal sito di "La cuoca dentro"  pari pari come la scrive lei, proprio ve la copio ;-)
In questa ricetta anche a me ha incuriosito l'uso della manitoba in un piatto senza lievitazione, ma la spiegazione che da Igidio, molto convincente, a dire il vero, è questa:

“La manitoba è una farina forte ricca di glutine che ha la capacità di stendersi sottile, sottile senza rompersi. Normalmente si utilizza nei fritti che hanno la necessità di svilupparsi senza lieviti, assorbendo pochissimo olio di frittura”.

Ingredienti
500 g di farina manitoba
60 g di zucchero
60 g di burro morbido
175 g di uova
5 g di sale fino
50 g di marsala
la buccia grattugiata di un limone
i semi di un baccello di vaniglia (ho usato quella in polvere)
olio di arachide per friggere q.b.
zucchero a velo per spolverare q.b.

per fare una comparazione, questa è la ricetta che faccio io

INGREDIENTI
500gr di farina
2 uova intere
2 cucchiaia di zucchero
1 cucchiaino di sale
1 bustina di vaniglia
vino bianco q.b., io ne ho messo circa un bicchiere (non lo sopporto quando mia suocera mi dice quanto basta)
60 gr di burro

Setacciare la farina. Versarla all’interno della planetaria e unire lo zucchero e il burro. Aggiungere il sale alle uova e sbatterle pochissimo con una frusta per amalgamare il tuorlo all’albume. Unire la scorza grattugiata del limone e il Marsala. Mescolare e impastare tutti gli ingredienti con il gancio. Lasciatelo riposare a temperatura ambiente coperto con la pellicola per circa un’ora.
Stendete l’impasto molto sottilmente, penultima tacca della macchina per tirare la sfoglia e tagliare.
Immergete poche chiacchiere alla volta in abbondante olio di arachidi a 175°.
Rigiratele velocemente e lasciatele sgocciolare su carta assorbente da cucina.
Spolveratele abbondantemente con lo zucchero a velo.
Prima di farvi vedere le chiacchiere, voglio farvi vedere la mia aiutante....in tema con il vestito di carnevale! :-)

che è attenta!!! :-) amoreee :-)


Ed eccoleeee, belle asciutte, leggere e gonfie




venerdì 6 gennaio 2017

Buon Epifania...che le feste porta via!!!

E già, si sa, l'epifania le feste porta via e anche quest'anno sembrano proprio essere volate.
Sembra ieri che abbiamo proso l'albero e, con le bimbe, lo abbiamo addobbato, sembra ieri che abbiamo salutato l'anno nuovo e inceve....è già finito tutto!!
Domani si smonta tutto e, lunedì si ritorna alla solita vita: il lavoro, la scuola delle bimbe, i compiti....insomma, devo dire che, fino a che è sempre la solita vita, vuol dire che, tutto sommato le cose non vanno poi così male, anche se, davvero, mi auguro un anno un pò meno austero di quello passato.
E allora, visto che la neve è arrivata anche da noi, oggi, vi dedico la prima torta dell'anno :-).
Grazie a tutti voi che mi seguite sempre, sia a quelli che scrivete qui, sia a quelli che mi scrivono in primato che a quelli che mi scrivono su facebook, ma anche a quelli che, anche se mi seguono, non scrivono mai....devo dirvi che, però,  ogni tanto mi farebbe piacere leggere anche voi, giusto per sentire che ci siete :-). 
Un bacio di cuore!!




ed ecco la fetta Torta con crema moka con il pan di spagna sofficissimo di mia suocera rivisitato .....fantastica!!


torta fatta per mia cugina Pina dell'America, quella cugina famosa per cui ho partecipato alla Prova del cuoco :-), quella che mi aveva pregato tanto perchè io mi scrivessi :-)....se la mritava una torta, no??!! :-)
Un bacione Pina!! :-)



domenica 30 ottobre 2016

La mia frutta Martorana!!



Buongiorno!! 
Oggi vi propongo un classico della cultura siciliana: la frutta Martorana.
Il nome e anche l'aspetto è proprio ingannevole perchè questa non è frutta ma è un dolce che si usa fare in quasi tutte le case siciliane, soprattutto palermitane, per commemorare i morti.
E' un dolce a base di mandorle, la stessa ricetta che si usa per le pecorelle di Pascqua, ma viene fatto nella forma di frutta o ortaggi, colorato ad arte, in modo da far sembrare vera e i siciliani sono davvero degli artisti, in questo!!
Questo dolcetto veniva preparato, di nascosto,  la vigilia e poi "i morti" lo facevano trovare ai bambini, assieme ad altri dolcetti, come "i pupi ri zucchero" e i ciuri ri meli o pupi ri mieli, sotto il letto, ne avevo già parlato in questo post.
Devo dire che io non ho mai avuto, da bambina, la fortuna che qualche morto passasse da casa mia a portarmi qualcosa, manco una nonna, o uno zio.....niente!!! Oggi penso che magari non si ricordassero la strada!!! :-)
Allora, per compensare ciò, oggi, faccio di tutto perchè qualcuno passi dalle nostre parti a lasciar qualcosa alle mie bimbe....prima era zio Michele e zia Pina, poi si è aggiunto Zio Fifo :-/, da due anni è la nonnina :-(.  Però è una gioia la mattina vederle felici!! :-)
Ed ecco la mia frutta martorana, anzi la nostra, fatta da me e dalle mie bimbe, con il prezioso aiuto di mia nipote Ornella che è una maga :-)




queste mie reinterpretazioni :-) :-)









fantastiche!!!! Ma come sono brave le mie principesse!! :-)




P.S. per capire bene questa tradizione mi piace farvi leggere questa

Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.


I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine.



Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.
(da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri)