Lo so che questa estate sono stata davvero poco presente ma, tra una torta e l'altra, tra una vacanza e il mare, il caldo, la spossatezza.... praticamente non ho avuto tempo di nulla e mi sto accorgendo che l'estate sta finendo (e un anno se ne va, sto diventando grande e questo non mi va a a a ...perdonatemi ma questa frase mi fa tornare in mente sempre questa canzone, della tristezza che mi metteva quando la sentivo a Fondachello a fine stagione :-)) e io non ho, non solo, deciso ancora i vincotori del mio contest, o meglio, me ne manca solo 1 (imperdonabile!!!), ma ho tante ricette fresce, adatte a questa stagione, che non ho ancora postato :-/. Devo recuperare un pò, quindi, voglio iniziare con questo straordinario finger food: fresco, goloso e accattivante, adatto ancora per qualche settimana di caldo che ci rimane :-).
Cucinare la pasta e scolarla abbastanza al dente, facendole cadere dell'acqua fredda sopra e aggiungere un pò di olio e far raffreddare.
Preparare il pesto al pistacchio e amalgamare abbondantemente alla pasta.
Sfaldare con le mani la mozzarella di bufala e farla scolare un pò.
Tagliare la calotta superiore del pomodorini e svuotarli. Mettere la mozzarella dentro, insaporendo con un pò di olio e sale.
Con una forchettina da finger food, infilzate un filo di bavetta, arrotolatela e poggiare il gomitolino che si è formato con la pasta, nel pomodorino.
Finire con una piccola foglia di basilico e un pinolo tostato.
Eccolo, da servire, ovviamente, freddo in uno dei vostri bei buffet estivi o di fine estate :-).
Io ho usato i piattini da finger food di Atmosfera italiana
Con questa ricetta partecipo al contest di Atmosfera Italiana
Se volete potete votarmi qui, basta cliccare su Mi piace
..........un trafiletto che parla del tuo blog e delle tue marmellate, su una delle tue riviste di cucina preferita, non ha prezzo!!! :-)
Evvabbèèèèè, lo so che le cose importanti della vita sono altreeee, ma fatemi godere un pò, prendendo anche in giro una nota pubblicità, di questa cosa!!! :-) E quando mi ricapita di vedere il mio "Le leccornie di Danita", le mie posatine di legno e la mia marmellata di peperoncino, anzi, grazie a mia amica cookina che me l'ha fatta conoscere, in una rivista culinaria e che rivista!!! "Sale & Pepe" mica pizzi e mazzi :-).
Ebbene si, ecco cosa è stato pubblicato, nella rivista di Settembre, nella rubrica dei foodblogger
Lo so che nella vita ci sono ben altre soddisfazioni :-), ma per una come me, che segue con tanto amore il suo blogghino :-), a costo di tante prese in giro da parte di amici e parenti, stanchi delle foto che mi vedono fare a tutto quello che preparo :-), è davvero una bella gratificazione che mi fa dire: vai Daniela che, allora, tutta la passione che ci metti, si legge tra le righe di quello che scrivi!! Soprattutto quando ti rendi conto che traspare anche l'amore che hai per la cucina ma anche per la tua terra!!
Grazie davvero a voi della rivista di "Sale & Pepe", grazie Barbara e grazie anche a tutti quelli che mi seguono in silenzio (così come, del resto, faccio io con gli altri blog) e soprattutto a tutti quelli che mi scrivono :-).
(laralalalalalallala, laralalalalalallala, laralalalalalallala, laralalalalala, la ra la la) Si circundata tutta di lu mari. (oh oh oh oh) e si vistuta d'oru e di lu suli. li furasteri venunu a migghiara picchì di tia su troppu 'nnammurati, e vannu pi Catania e Palermu, pi gh'Aci Taummina e Sirausa, pi l'Etna, Agrigentu e pi Missina, truvannu suli e ciuri e antichità! Sicilia mia Sicilia, si vera 'bbedda assai, Sicilia, mia Sicilia, iu non ti lassu 'cchiù: 'cca 'ssulu si 'po sentiri prufumu supraffinu di gessuminu e zagara 'ca 'nnammurari fa. coro: (la ra la la la la la lla la, la ra la la la la la lla la la ra la la la la la lla la la ra la la la la la, la ra la la), Tu si la terra di la primavera,(oh oh oh oh) l'aranci alivi e mennuli ciurusi,(la ra la la), li marranzani cantunu ogni sira, facennu li 'cchiù belli sirinati. Tu si la terra di la tarantella, ca metti 'ntra lu cori l'allegria, è risaputu ormai ca cu l'abballa, si senti chinu di felicità. Sicilia, mia Sicilia, si vera bedda assai, Sicilia, mia Sicilia, iu non ti lassu 'cchiù. 'Cca 'ssulu si 'po sentiri prufumu supraffinu, di gessuminu e zagara 'ca 'nnammurari fa. 'ca 'nnammurari fa.
Tutta la Sicilia in un piatto accompagnato da una canzoncina popolate :-).
E in attesa di decidere il vincitore del mio contest "geografia in tavola" ecco una ricetta proprio in tema, anzi, la ricetta per eccellenza, una ricetta presente anche nel contest :-).
Quante ricette ci saranno di questo piatto tradizionale siciliano, chissà quante versioni giuste e quante versione sbagliate ci saranno, chissà quante versioni anche "polentone" :-) di qualche pseudo cuoco piemontese che li spacciano per tradizionale :-)!!
Ma poi, chissà dove sta la ricetta quella vera, quella originale, credo sia impossibile stabilirlo.
Devo dire la verità, quando, qualche settimana fa, mi chiesero di fare un intervento telefonico in un programma alla radio, su questo piatto, ne fui lusingata e subito accettai, ma poi, a freddo, mi resi conto che, questo piatto, l'avevo sempre mangiato, io l'adoro, ma non l'avevo mai preparato se non, una sola volta e non da sola.
Come avrei potuto fare un intervento su una cosa di cui ero tanto preparata "gustativamente" ma molto meno praticamente??!!
Allora decisi di fare un giro di telefonate a persone che ritenevo ferrate in questo campo: mia cugina senoncchè mia commare Giusy che le prepara in maniera divina e mia sorella Patrizia, una vera guru della cucina: risultato??? entrambe le facevano in maniera diversa. Faccio un giro su internet e, anche se tutte somiglianti, qualcosa di diverso c'era in tutte.
Allora, alla fine, ho deciso di prendere, quello che ritenevo il meglio di tutto quello che avevo assorbito e di dare anche qualcosa di quello che IO ritengo di aver imparato in cucina. Risultato???? Modestamente, le sarde a beccafico più buone che abbia mai mangiato, detto anche da Tommaso e mia sorella Laura che è mooolto critica :-).
Ma prima di venire alla ricetta, sapete perchè si chiamano così???? Si dice che, "a tempi antichi", i nobili adorassero imbandire le loro tavole con sontuosi piatti e cibi prelibati, tra cui un tipico volatile locale, bello panciuto perchè amava cibarsi di fichi (ecco il nome "becca fichi") che veniva cucinato al ritorno delle loro cacce. Il popolo, invece, che viveva soprattutto di agricoltura e pesca, non poteva che permettersi quello che la natura gli offriva e in particolar modo, le sarde, il nostro pesce azzurro, povero ma ricco di nutrimenti, per eccellenza. E proprio per farlo somigliare a quegli uccelletti che adornavano le tavole dei ricchi, veniva riempito della cosa più economica che avevano a disposizione, ossia "a muddica sicca" (mollica del pane secca) e per rendere la cosa più veritiera, lasciavano la coda della sarda per dare l'illusione che fossero le penne dell'uccello.
Ma voi sapete che questo piatto è uno dei più conosciuti al mondo??? Grazie, comunque, anche ai racconti affascinanti del nostro amato compatriota Camilleri che ha sempre puntato un occhio alla nostra cultura culinaria ;-).
INGREDIENTI
sarde freschissime
passolina e pinoli (uva passa ma più secca è tipica siciliana)
cipolla
prezzemolo
mollica fresca e secca
alloro
pecorino
parmigiano
limone
olio-sale-zucchero
Levare la testa e le viscere delle sarde, aprirle a libro e levare la lisca lasciando la codina (per dare l'effetto uccelletto) e un pezzettino di lisca (questo è un segreto che mi ha svelato Giusy e poi vi dirò a che serve), lavarle bene e metterle a scolare bene.
Soffriggere la cipolla, aggiungere la passolina ammollata e strizzata, i pinoli tostati precedentemente e la mollica fresca. Fare "atturrare" la mollica (la mollica atturrata è uno dei preparati che si usa frequentemente nella cucina siciliana, in tante ocasioni, come negli involtini di carne o in quelle di melanzane o per tante altre cose e consiste, appunto, nel tostare la mollica con l'aggiunta di olio, sale e un pò di zucchero). Aggiungere la mollica secca, il pecorino, il parmigiano, pepe e il prezzemolo. Aggiungere ancora qualche cucchiaino di zucchero, il succo del limone e un pò di scorza grattugiata, fare atturrare per qualche altro minuto, spegnere e far raffreddare un pò. A questo proposito, voglio precisare che molti aggiungono la scorza dell'arancio e il suo succo, ma io preferisco il limone ;-). Un altra sostanziale differenza che ho trovato è che, in molti, fanno tutto a crudo, ossia non soffriggono la cipolla e non atturrano la mollica, ma io lo trovo proprio sbagliato.
Prendere la sarda "all'inguata" (ossia aperta a libro), poggiarla nelle mani, mettere sopra la mollica per tutta la superficie e pigiare bene. Arrotolare la sarda su se stessa cominciando dalla parte più larga, lasciare la codina fuori e chiudendo l'involtino infilzando la lischetta che avevamo lasciato alla sarda in modo da tenerla bloccata (ecco a cosa serviva ;-))
Passare l'olio in una pirofila e adagiarle mettendo tra una srda e l'altra delle foglie di alloro e qualche fetta di limone.
preparare un battuto di olio, limone, zucchero e sale e irrorare un pò.
Mettere in forno fino a che non saranno ben dorate.
Lo so, sembrava più semplice, ma fare le sarde a beccafico, per noi siciliani, non è come cucinare un qualsiasi piatto, no, fare le sarde è un rito, che va meditato, sentito, riverito e gustato :-).
Ovviamente questo piatto è buono caldo, ma soprattutto tiepido e freddo, infatti, spesso, viene preparato con largo anticipo.
Scusate se mi sono dilungata troppo in chiacchiere, ma quando un piatto non è solo un qualcosa da gustare ma è soprattutto cultura, è sempre bello spendere qualche parola in più, non credete??!!!
Ed eccole nella versione in chiave moderna
i finger food siculi ...certo che "finger food siculi" non si può proprio sentiri: "saidi a feccaficu ri manciari chi manu" ecco la dicitura corretta!!! :-)
Alla prossima specialità sicula e mi raccomando: diamo spazio alle nostre ricette tradizionali!! ;-)
E per portare avanti le nostre tradizioni vi regalo un bel brano dei nostri Tinturia
Quest'anno il compleanno della mia principessa è arrivato giusto dopo diverse fatiche: le nozze d'oro dei miei genitori, quelle d'argento di mia sorella e la torta di 20 kg che ho fatto per i 18 anni della figlia di una mia amica!!! Ero davvero stanca ed esaurita :-). Ma la mia principessa, per il suo compleanno si aspetta sempre cose grandi da me, vi ricordate la bella festa delloscorso anno, ma proprio ero stanca!!! Allora ho pensato di chiedere alla mia principessa se potevamo fare qualcosa di semplice, magari di festeggiare al mare, nel nostro mare :-), "Lido Fondachello" dove abbiamo la cabine, assieme a poche compagnette e lei: "mamma, non ti preoccupare, in questi giorni sei stata troppo stressara, va bene....però la torta me la fai, vero??!!" Ma certo!!! Però una cosa semplice :-) Allora ho cercato su internet e ho trovato una torta che mi ha subito colpita: era molto carina e divertente e poi...., aveva proprio i colori della pdz che mi era rimasta delle 2 torte precedenti: quella bianca dell'anniversario di patrizia e quella rosa dei 18 anni. Ed ecco cosa ne è venuto fuori :-)
la distribuzione delle caramelle :-)
ma prima della torta un bel bagno!!! è stata una giornata davvero afosa :-)
la merendina
e un pò di ballo!!! :-)
(E dopo 30 anni, ecco a ritrovarci sempre li, stessa spiaggia, stesso mare, stesso "Lido Fondachello" con le nostre bambine :-)).
E' proprio vero, ho fatto minima fatica, minima spesa, ma alla fine, i bambini si sono divertiti lo steso tantissimo e la mia principessa era felicissima!!
...c'è solo un problema...anche la piccolina ha detto che vuole festeggiare il suo compleanno a mare o in piscina ...ma c'è un piccolissimo problema....compie gli anni a Dicembre:-)
Nooooo, non mi sono dimenticata di voi, del contest :-) e che ho avuto un gran da fare, lo sapete .-) e sono pure stata fuori.
Però non posso mentire, ovviamente, capite bene, che ho già deciso il vincitore della sezione dolci tradizionali, dovevo farlo entro l'incontro con Montersino, visto il premio :-), ma gli altri premi, o meglio 2 dei tre forse li ho, mentre il premio "piatto salato tradizionale" ancora brancolo nel buio :-)....o meglio, su 143 ricette salate pervenutemi, ho fatto un grande sforzo e ho cercato di restringere il campo....difficile :-) ora sono a 30 :-)!!!
Allora, intanto che faccio un altro sforzo immane, vi dico quale sono state le 4 ricette dolci tradizionali che mi hanno dato un gran filo da torcere!!! Non che le altre 40 mi siano scivolate....assolutamente: le ricette tradizionali sono davvero tutte interessanti, quindi, non vi dico la difficoltà per arrivare a queste 4 :-/.
Vi avviso che ho una sorpresa per il vincitore della sezione dolci: assieme al libro, allegherò una delle 7 ricette che ho avuto il piacere conoscere e testare durante il corso ;-) a scelta tra le 7 di cui ho pubblicato la foto finale ;-), ovviamente con il vincolo di non divulgare ne postare la ricetta fino alla pubblicazione del libro ;-).
Ed eccole, ovviamente in ordine di apparizione per regione ;-).
Questa ricetta mi è piaciuta molto, nel vederla mi è venuta proprio l'istinto di prendere quel coltello e tagliarmene una fetta per accompagnarla al mio bel cappuccino :-), la ricetta è davvero tradizionale e buona ed è presentato davvero bene ;-) e poi, Spelucchino ha pure postato delle bellissime foto di scorci :-), quella del fato è davvero meravigliosa!!
Che dire di questa ricetta....beeeh con questa giochi facile :-) io adoro la pastiera, da quando l'ho fatta circa 4 Pasque fa :-) non l'ho più lasciata, ora ogni anno pastiera sia!!! :-) Poi, la presentazione monoporzione è davvero carina, l'ho fatta pure io :-)
Che dire di questi....sicuramente questo è il dolce tradizionale che mi ha più affascinato non so se perchè da quel titolo, già immaginavo una di quelle feste popolari del sud, sempre caratteristiche e piene di cultura "paesana" o per il loro modo strano di essere fatte e The greedy Doctor è riuscito, con le sue foto a trasmettermi questa curiosità ;-)
E per finire ecco la 4° ricetta non in ordine ma per apparizione :-)
Che dire.....tra tutte è quella che in questo momento mangerei.....nooo, spe, mangerei tutte ma sceglierei questa, se dovessi optare per una sola!!! :-)
Non so se sono stata condizionata dalla mia sicilianità, dal fatto che IO so quanto è buona :-) oppure dal caldo che abbiamo avuto e continuiamo ad avere e che continueremo, in questi giorni, ma questa è proprio il dolce che vorrei avere in questo momento!! E poi, il racconto di Ginestra è stato davvero bello...e chi non si ricorda del cinquantino!!!! :-) io ci sono entrata dentro un bar con quello!!! :-)
Appena restringerò il campo dei salati ci risentiamo!! :-)
Ecco, con grande ma grande ritardo e per questo mi scuso con Andrea, ecco la foto delle leccornie arrivatemi con il pacco per la vincita del contest
Questo è stato il mio premio mooolto gradito :-)
Una bella mortadella da 1 kg che già ho completamente usato e che presto vi dirò come :-), una bella confezione di pasta kadaifi che tanto ho desiderato e voluto :-), una confezione si pasta di Farro che presto userò per un bel piatto freddo ;-) e una buonissima confezione di piadine artigianali.......
e, ovviamente, lui: il tartufo!!
Vi dirò la verità: questa era la prima volta che mi son ritrovata in mano un tartufo :-)....è stato un incontro davvero sorprendente, tutti i sensi sono stati travolti da questo oggetto misterioso: prima fra tutti l'olfatto, quando aprì lo scatolo l'odore era davvero immenso, poi, sorprendentemente, il suo odore era diventato quasi delicato, di terra dopo una notte di pioggia; la vista, davvero un bel vedere, questo pezzo di massa informe...sembrava quasi lava vulcanica :-); il tatto, che bello toccarlo :-) e per ultimo il gusto.....nulla a che vedere con quelli che finora avevo avuto il "dispiacere di imbattermi, una specie di crema tartufata davvero brutta da mangiare :-).
Grazie Andrea per questo regalo e per chiunque volesse vedere i suoi articoli può visitare il suo sito (clicca sull'immaggine)
E questo??? Cos'è?? Cos'è??? ma un primo!! Si, scomposto, però :-)
Ecco, questo è il piatto che ho preparato per il CookWeekend!!! Non un solo giorno, ma ben due Il primo giorno l'ho fatto con le orecchiette trovate li e la zucchina napoletana che ho portato direttamente dall'orticello di nonno Peppino, mentre, la domenica, visto che era rimasto, ho fatto le busiate (o strozzapreti o come volete chiamarli) e le melanzane fritte!! Luca mi ha preso in giro perchè ci ho messo 3 ore a farli, ma te credo!!! Non solo ero sola a farli, uno per uno, con il caldo che si moriva e la pasta era appiccicosa e molla, ma prima ha cercato di aiutarmi Kattygirl, ma quando ha capito che era complicato a fatto finta che il bimbo si era fatto male e se le data a gambe, poi mi hanno messo un amico di Maria, un anestetista simpaticissimo ma che con la pasta e lo stecchino non ci sapeva fare proprio: mi è passato il tempo a cercare di spiegargli il movimento che doveva fare per farlo, alla fine, dopo 2 ore, finalmente ne ha fatto 1 buono, gli altri che faceva, gli gridavo (gli saranno venuti i vermi) e gli dicevo che non gli e li facevo passare E alla fine....cavolo, dopo tanto da fare, non solo si sono appiccicati per il caldo, ma pure ho dimenticato a mettergli il sale e li ho fatti scuocere un pò per aggiungerlo Vabbè, sempre buoni erano e che Luca è proprio precisino. allora, la sua paella nera??? quella era una crema di riso!!! vabbè, ma veniamo alla ricetta.
INGREDIENTI Per le busiate 500 gr di farina di grano duro 250 gr di acqua 2 cucchiaini di olio
Mettere la farina nella ciotola, aggiungere l'acqua, l'olio e impastare con la frusta ad uncino, ma potete farlo anche a mano.
Fare riposare per un'ora circa in frigo avvolta da pllicola trasparente.
Una volta riposate, riprendete l'impasto e ripastare, ora è pronta per le busiate che è una pasta tipica delle nostre zone, più del trapanese: prima si prende un pò di pasta e si forma un cordoncino rotondo e sottile, poi si mette sopra la "busa" ben infarinata (praticamente un ferretto con cui si lavora anche la lana ma nel nostro caso lo stecco di legno) e con una leggera pressione in modo che si appiattisca un pò, si arrotola. Una volta arrotolata, si sfila e si taglia alla lunghezza desiderata. Solitamente si fanno poi essiccare per un paio di giorni, ma noi li abbiamo cucinati freschi.
Preparare il pesto come nel post e fatelo riposare almeno un paio di ore. Pulire la zucchina napoletana, affettarla sottilmente e friggerla.
Bollire la pasta, scolarla bene e amalgamarla con il pesto. Aggiungere un pò di zucchine fritte e amalgamare nuovamente. Finire con le rondelle di zucchina, una bella manciata di pistacchi pestati grossolanamente e una grattugiata di ricotta salata.
P.S. Ovviamente eviterò di dire che in Sicilia, nella mia bella terra piena di sole e di mare, mi viene meglio, non lo dirò mai perchè poi ci sarebbe qualcuno che avrebbe il coraggio di dire: si, in Sicilia le cose sono sempre migliori.....ma che colpa ne ho io se il datterino o il pomodorino, che io uso per questo pesto, che abbiamo noi voi ve lo scordate, di una dolcezza infinita!!!! Non lo dico, tranquilli, me lo tengo per me!!!!